L’ORAZIONE NELL’ORTO
di Anton Maria Maragliano – (Genova, 1664 – 1739)
dimensioni: m. 2,20 x 2,00 x 1,80
numero portatori: 16
Confraternita dei SS. Giovanni B., Ev. e Petronilla
Viene raffigurato il Cristo in ginocchio con una mano rivolta a terra e l’altra posata sul petto, osserva l’angelo in alto che gli presenta il calice della passione e la croce. La scultura rappresenta proprio l’istante nel quale Gesù pronuncia: “Pater mi – si possibile est – transeat a me Calix iste”. Ai piedi dell’angelo i due discepoli immersi nel sonno.
Il gruppo – detto anche “I dormienti” – è attribuito al Maragliano al quale ci riporta l’invenzione a lui consueta dell’Angelo su una colonna di nubi; la Colmuto e la Franchini-Guelfi considerano di scuola le figure di Cristo e dell’Angelo, mentre è senz’altro del Maestro il gruppo stilisticamente armonico dei dormenti.
Approfondimento di Don Giovanni Margara
____
Il Figlio di Dio deve decidere se accettare o meno la volontà del Padre, che passa attraverso il mistero della morte.
La divinità e l’umanità, perfettamente unite nella persona di Gesù, non possono che provare ripugnanza nei confronti della morte.
Dio è vita eterna e l’uomo è fatto per vivere, non per morire. Che senso ha la morte?
Il terribile conflitto tra morte e vita, l’antico dramma dell’umanità è giunto al suo culmine nella persona del Redentore.
Gesù, con infinito amore e grande sofferenza, pronuncia il suo si al Padre per la salvezza dell’umanità.
E mentre vive questo dramma i suoi discepoli dormono!!
Il loro sonno non è diverso dalla sonnolenza con cui viviamo abitualmente il nostro rapporto con Dio; un po’ perché siamo negligenti e un po’ perché Lui, effettivamente, è molto più grande di noi e non riusciamo a stargli dietro.